“La ludopatia, intesa come malattia del gioco, è un problema odierno che distrugge ogni anno moltissimi individui.

La mania per il gioco, vista come una vera e propria ossessione, acceca la mente delle persone attratte da chissà quale chimera: la psicologia è labile ed il danno è dietro l'angolo pronto, all'istante, a far cadere nella subdola trappola.

Che sia il poker, il cosiddetto "gratta e vinci" o un altro gioco virtuale, questa è da considerarsi unicamente l'inganno del secolo.

"Più giochi e più vinci" recita lo slogan ammiccante ma senza considerare che se ci si espone troppo si precipita senza mai più risalire.

Il rischio, si sa, piace a molti ma senza considerare a cosa si va incontro: giocare, si, ma con grande consapevolezza perché la felicità non sta nel gioco. Vivere: quella è la vera felicità” Alfredo Gile’

Questa settimana il monologo  “io non gioco, tu giochi? scritto dall’artista palermitano Alfredo Gile’, classe 1980,  vi accompagnerà in un viaggio introspettivo diretto alla riflessione sul tema del gioco d’azzardo. 

 

“Io non gioco, tu giochi !?”

Perché giochi ?

Guardami: ti sembra forse un gioco la vita ? Se giochi...sarà lei a prendersi gioco di te, a deriderti, a sottrarti le attenzioni...quelle più belle verso le persone a te vicine.

Perché giochi ? Anzi...contro chi giochi ? Contro il tuo specchio, il tuo alter ego distorto ?

Giochi forse...per dar valore a qualcosa ?

Il valore non sta mica lì dove sei tu, amico !

Quello che tu fai è svalorizzare anziché avvalorare. Il valore, sappi, sei tu, siamo tutti noi ma non ce ne accorgiamo e chi lo possiede...vuole perderlo? Io ti direi che un pizzico di buon senso non guasterebbe le tue giornate !

Giochi ? E a che cosa ? Chi gioca ha sempre in tasca più possibilità di perdere che di vincere e questa è una regola che vale per chiunque.

Giocare non è volare, giocare non è amare, giocare non è desiderare e neppure sognare ma solo assecondare. Chi ? Una parte di noi, irrequieta, che non trova conforto e che forse si è persa camminando nel tentativo, disperato,
di inseguire uno o forse più miraggi.

Il gioco zittisce, il gioco assopisce, il gioco sfinisce, il gioco ti colpisce, il gioco abbruttisce.

Non siamo, in alcun modo, i delegati della cosiddetta "Dea Bendata". No...non lo siamo affatto perché l'unica cosa ammessa è poter restare desti.

Il gioco è una trappola, un demone, una farsa i cui attori hanno solo voglia di deriderti vergognosamente.

Chi gioca s'infuoca: io non gioco...e tu ?
- Alfredo Gilè -